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Stonepark Official Website | ||||||||||||||
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E' venuto il momento di fare conoscenza con gli svedesi Stonepark, band
nata agli inizi del 2001. I ragazzi si dicono influenzati da vari stili
musicali che vanno dal rock dei 60's a quello dei 70's, fino all'hardcore
dei 90's. Led Zeppelin, The Clash, Costello, The Who, Supergrass, Weezer,
Foo Fighters, The Beatles e Ryan Adams sono le principali fonti d'ispirazione
degli Stonepark, tuttavia il combo scandinavo riesce nel fondere convincentemente
spunti provenienti da diverse scene musicali e questa capacità
gioca un ruolo fondamentale nella creazione di un sound dotato di una
buona originalità di fondo. D'altronde sono loro stessi ad affermare:
"Noi siamo soliti scrivere songs vere, dedicate a gente sincera che
vive una vita del tutto reale!". Basta così leggere il testo
di "Planet I" per rendersi conto dell'invettiva lanciata dagli
Stonepark contro lo show biz attuale; a loro parere fatto di un successo
troppo facile e poco veritiero riguardo le capacità messe in campo
dai singoli artisti. "Per diventare una star c'è esclusivamente
bisogno del sorriso di rito e di 15 minuti spesi nell'apparizione in qualche
show televisivo!", questo dicono le parole di "Planet I".
Il messaggio è diretto come un treno e schietto al 110%, impossibile
da fraintendere. Veniamo ora al lato prettamente musicale con la opener
titolata "Different Point Of View", figlia di azzeccati inserti
melodici e di break dall'accentuato gusto garage. Trascinante anche la
successiva "Silence", ballata che trova il proprio apice nell'apertura
corale del ritornello, per un effetto di grande impatto capace di ricordarmi
una sorta di mistura fra Weezer e Foo Fighters. "Planet I",
l'intensissima "Follow me" e la più robusta, veloce,
spassosa e brevissima "Same Old Story (S.O.S.)" continuano a
mostrare i differenti approcci che i ragazzi sono in grado di usare senza
per questo ricadere in ingenuità di sorta o nel tranello di un'eccessiva
eterogeneità. A chiudere arriva "Carpe Diem", song incisa
nel 2003, e alla quale vanno le mie preferenze assolute. E' proprio in
quest'ultima composizione che gli Stonepark mi appaiono come una sorta
di System Of A Down, orientati verso territori più melodici e meno
duri. Insomma pensate ad un crossover fra le bands citate durante questa
recensione, aggiungete una buona dose di genio ed avrete fra le mani gli
Stonepark! Date a questa band la possibilità di registrare qualche
song sotto la cura di un produttore di alta caratura e in studi iper attrezzati
e ciò che ne verrà fuori potrà essere di sicuro successo,
non la solita illusione di un anno alla ribalta e di una successiva vita
nel nulla! Scaricatevi le songs tramite il sito ufficiale della band,
e non dimenticatele su PC ma ascoltatele! Recensione Realizzata da Bruno Rossi |
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